03.05.2023

Comunicato stampa: La protezione civile e il servizio civile devono rimanere separati

Il Consiglio federale vuole ovviare alla presunta insufficienza di effettivi presso le organizzazioni di protezione civile apportando modifiche a diverse leggi. Nella sua risposta alla consultazione, kibesuisse sostiene l’estensione dell’obbligo di prestare servizio di protezione civile a determinate persone soggette all’obbligo di prestare servizio militare e a ex militari. La federazione si oppone invece fermamente alla possibilità di imporre alle persone tenute a prestare servizio civile l’obbligo di prestare impieghi presso la protezione civile. Oltre a creare confusione tra i due tipi di obbligo di servire, questo porterebbe a una carenza di civilisti presso le organizzazioni di accoglienza per l’infanzia.

Migliorare gli effettivi della protezione civile in modo ragionevole 

Il Consiglio federale propone modifiche alla legge sulla protezione della popolazione e sulla protezione civile, alla legge sul servizio civile e alla legge militare al fine di aumentare gli effettivi dei militi della protezione civile e di impedirne un calo dei servizi, impedendo così la riduzione della capacità di prestazione del servizio di protezione civile. Nella sua presa di posizione, kibesuisse accoglie con favore l’estensione dell’obbligo di prestare servizio di protezione civile a persone soggette all’obbligo di prestare servizio militare che alla fine dell’anno in cui compiono 25 anni non hanno ancora assolto la scuola reclute e che sinora sono state prosciolte dall’esercito. È altrettanto auspicabile l’estensione di tale obbligo a ex militari che vengono dichiarati inabili al servizio militare, nella misura in cui avrebbero dovuto ancora assolvere almeno 80 giorni di servizio militare nell’esercito. Infine, la federazione sostiene la possibilità di compensare eventuali insufficienze di effettivi nelle organizzazioni di protezione civile (OPC) dapprima con militi del Cantone, e, se ciò non fosse sufficiente, con militi eccedenti di Cantoni vicini. 

I civilisti rivestono un ruolo fondamentale nel settore dell’accoglienza per l’infanzia

Invece, kibesuisse si pronuncia nettamente contraria alla possibilità di imporre alle persone tenute a prestare servizio civile (civilisti) l’obbligo di prestare una parte del loro servizio civile in OPC che presentano un’insufficienza di effettivi. Questo perché i civilisti rivestono un ruolo centrale nel settore dell’accoglienza per l’infanzia: vengono impiegati soprattutto nei servizi sociali, di cui fanno parte anche le organizzazioni di accoglienza per l’infanzia. Secondo le statistiche dell’ufficio federale del servizio civile per il 2022, i civilisti hanno prestato la metà dei loro giorni di servizio nei servizi sociali (51,4 %). 

Sopperire alla carenza di personale 

Le organizzazioni di accoglienza per l’infanzia necessitano di civilisti perché si trovano confrontate a un’acuta mancanza di personale e di specialisti su tutti i livelli. Diversi riscontri dal settore dimostrano che nonostante intense ricerche non sia possibile assumere apprendisti o personale qualificato per coprire posti vacanti. In questo contesto, l’impiego di civilisti aiuta ad attenuare le conseguenze negative della mancanza di personale nel settore. Senza civilisti le organizzazioni si troverebbero in una situazione ancor più critica e tesa. Non va inoltre sottovalutato l’effetto positivo sull’immagine: grazie alla loro attività nell’accoglienza per l’infanzia, i civilisti hanno la possibilità di scoprire le professioni del settore. Nel migliore dei casi le organizzazioni del settore possono così reclutare il personale che stavano cercando. I civilisti fungono inoltre da modelli di riferimento maschili, ancora rari nel settore. 

C’è da attendersi l’effetto contrario 

Con le modifiche di legge previste, la protezione civile e il servizio civile vengono contrapposti e confusi tra loro. Da un lato, i civilisti devono prestare il loro servizio presso OPC, assolvendo un’istruzione di base normale e istruzioni complementari della protezione civile. È difficile liberarsi del sospetto che in questo modo, per vie traverse, i civilisti siano riassegnati permanentemente alla protezione civile. Dall’altro lato, se la protezione civile aumenta i suoi effettivi a discapito del servizio civile, oggi funzionante, le misure potrebbero risultare controproducenti. Sottraendo dei civilisti per assegnarli alle OPC, queste persone mancheranno negli istituti d’impiego del servizio civile, quali ad esempio i nidi d’infanzia. Di conseguenza i civilisti non hanno più la possibilità di scegliere, o perlomeno non hanno più la garanzia di poter prestare il loro servizio negli istituti d’impiego del servizio civile. Gli attuali problemi di reclutamento nella protezione civile potrebbero così essere trasmessi anche al settore del servizio civile. 

Occorre cercare altre soluzioni 

Per tutti questi motivi kibesuisse respinge la possibilità d’introdurre l’obbligo per i civilisti di prestare impieghi presso OPC con insufficienza di effettivi. La federazione propone invece di analizzare attentamente se il presunto effettivo regolamentare di 72 000 militi della protezione civile sia davvero giustificato e necessario. Occorre inoltre chiedersi quali prestazioni della protezione civile potrebbero essere accantonate o delegate a terzi.

Al comunicato stampa