02.03.2023

Comunicato stampa: Superato il primo importante ostacolo

Il disegno di legge federale concernente il sostegno alla custodia di bambini complementare alla famiglia (LSCus) è di vitale importanza per il settore della formazione e accoglienza extrafamiliare. Il Consiglio nazionale ha riconosciuto tale importanza e si è espresso nettamente a favore del disegno di legge. La federazione svizzera delle strutture d’accoglienza per l’infanzia (kibesuisse) si rallegra molto di questa decisione. È stato compiuto un primo passo nella giusta direzione per rafforzare la formazione e accoglienza extrafamiliare in Svizzera, scongiurando al contempo una potenziale crisi nell’accoglienza dell’infanzia.

Occorre spegnere l’incendio 

«Il settore della formazione e accoglienza extrafamilare è in fiamme». Ecco quanto dichiarato dalla presidente di kibesuisse Franziska Roth prima della deliberazione parlamentare sulla legge federale concernente il sostegno alla custodia di bambini complementare alla famiglia (LSCus). «Tornando all’immagine del settore in fiamme, la decisione del Consiglio nazionale è stata un primo getto d’acqua per spegnere l’incendio», commenta Roth a seguito della deliberazione. 

Garantire una continuità dopo 20 anni 

Il Consiglio nazionale ha votato e approvato il disegno con 107 voti favorevoli, 79 contrari e 5 astensioni. Questa decisione è un primo passo nella giusta direzione affinché il programma di finanziamento iniziale della Confederazione per la creazione di posti di accoglienza, attivo ormai da 20 anni, sia ancorato in modo permanente nella legge. Durante questo periodo la Confederazione ha sostenuto la creazione di 72’271 nuovi posti di accoglienza grazie a un finanziamento di 451 milioni di franchi. 

L’ammontare del contributo federale e il campo d’applicazione restano invariati 

Nella sua decisione, il Consiglio nazionale ha seguito in ampia misura le raccomandazioni della sua Commissione dell’educazione (CSEC-N). Nei primi quattro anni dall’entrata in vigore della LSCus, la Confederazione coprirebbe fino al 20% dei costi medi per un posto di accoglienza, dopodiché il contributo federale verrà ridefinito a seconda dell’impegno finanziario dei cantoni, con un’eventuale riduzione fino al 10%. La CSEC-N stima che i costi per la riduzione dell’onere finanziario dei posti di accoglienza sarà di 710 milioni di franchi l’anno. Il Consiglio nazionale ha anche approvato la riduzione del campo d’applicazione proposta dal Consiglio federale: i genitori riceverebbero il contributo federale per la formazione e accoglienza extrafamiliare fino alla fine della scuola elementare. 

Aggiunto il criterio dell’attività lavorativa o formativa 

Il Consiglio nazionale ha rifiutato praticamente tutte le proposte di minoranze della commissione e del Consiglio federale riguardo a eventuali riduzioni dei contributi. Ha ad esempio approvato accordi di programma con i cantoni previsti per un ammontare di 224 milioni di franchi, che servono tra le altre cose a finanziare la qualità nelle offerte del settore. Il controfinanziamento del contributo federale tramite la riduzione della quota cantonale all’imposta federale, voluto dal Consiglio federale, non ha trovato una maggioranza. L’unica nota dolente dal punto di vista di kibesuisse è che il contributo federale sarà legato all’attività lavorativa o formativa dei genitori. Il contributo verrà stanziato solamente a partire da una percentuale minima, che sarà definita in un’ordinanza.

La prima tappa di un lungo percorso 

Franziska Roth traccia un bilancio positivo: «Nelle sue decisioni, il Consiglio nazionale ha avuto a cuore il bene dei più piccoli, ma anche quello della società nel suo complesso.» Il disegno passa ora al Consiglio degli Stati, rispettivamente alla sua Commissione dell’educazione (CSEC-S), dove il disegno potrebbe incontrare una maggiore resistenza. La presidente di kibesuisse è fiduciosa: «Siamo sulla giusta strada». 

Al comunicato stampa